mevi rafuna letteratura kosovo

Mevi Rafuna, nuova promessa della letteratura kosovara

Scrive, tra le tante testate, per Botapress, Alb-Spirit, Kultplus e NjeKomb, ma la poesia rimane il suo primo amore.

mevi rafuna letteratura kosovo

Mevi Rafuna, articolista ma soprattutto poetessa in prosa. In questo articolo, per la prima volta, una sua poesia viene tradotta in lingua italiana. In calce, la versione originale in lingua albanese.

Grazie a Mevi per l’occasione e la fiducia che ha voluto dare al mio blog.

Lei pregava nella melodia della pioggia

Lei pregava nella melodia della pioggia

e aspettava qualcosa

a cui non sapeva dare un nome.

Innumerevoli giorni e notti

trascorse nell’ansia dell’attesa

mentre indossava calze trasparenti

per incamminarsi nella calla.

Una voce nell’anima

le fermò il passo.

La grigia finestra dal vetro rotto

come se indicasse il crudele destino,

e in un attimo il labbro sanguinò.

Non che piangesse

né che si ubracasse,

aveva persino dimenticato di amare.

Lentamente la pioggia bagnava la terra,

la primavera annunciava il suo arrivo

con l’umida erba che prendeva forma germogliando.

Senza sosta passavano le macchine sotto la finestra,

i rumori si mischiavano alle voci dei bambini,

i capelli le caddero sugli occhi

e la vista le diventò oscura.

Un ragno le camminava sul collo, come se da lì dipendesse il suo ristoro.

Lievemente si allontanò dalla finestra,

indossò le scarpe

e partì.

Nessuno la vide,

nessuno la salutò,

a nessuno disse addio.

 

Versione in albanese

Ajo lutej në melodinë e shiut

Ajo lutej në melodinë e shiut

dhe priste diçka

që nuk dinte si ta emëronte.

Ditë e netë të shumta

i kaloi në ankthin e pritjes

ndërsa mbathte qorapet e tejdukshme

për t’u nisur sokakut

një zë brenda në shpirt

ja ndaloi hapin.

Dritarja e hirtë me xhamin e thyer

sikur dëftonte fatin

e frikshëm,

dhe një moment buza i pikoi gjak.

S’ishte që qante

as nuk ishte që dehej

madje kishte harruar të dashuronte.

Ngadalë shiu lagte tokën, pranvera jepte shenjë që po vinte, me barin e njomë që merrte formë mbi baltën,

poshtë dritares veturat kalonin pa ndalë,

zhurmat përziheshin me zëra fëmijësh,

flokët i ranë mbi sy

dhe pamja mori ngjyrën e zezë,

një marimangë i ecte mbi qafë,sikur kjo të ishte preja e saj.

Lehtas u largua nga dritarja

mbathi këpucët

dhe u nis.

Askush nuk e pa

askush nuk e pëshendeti,

askujt nuk i tha lamtumirë.

© 2018, Katia Pisani. All rights reserved.

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