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Albania. Nei dintorni di Argirocastro. Itinerario 8. Dropull e le minoranze greche in Albania

Da Argirocastro a Dropull

Geograficamente, Dropull è una municipalità suddivisa in due parti e, essendo abitata da una grande comunità di origine greca, non è raro che su una cartina i due nomi siano riportati in albanese e greco. Abbiamo quindi Dropull i Sipërm (in greco Ano Dropolis), cioè Dropull Superiore, e Dropull i Poshtëm (in greco Kato Dropolis), cioè Dropull Inferiore.

I villaggi abitati dalla minoranza greca si trovano principalmente nella parte destra della strada statale che conduce a sud verso Kakavijë, il punto di confine con la Grecia. Questa strada, lunga 31 chilometri, passa nei pressi del villaggio di Lazarat, nel quale si trova il Tekke di Baba Zenel, un luogo sacro molto conosciuto, verosimilmente costruito nel XVIII° secolo.

Viaggiando verso sud, a destra potrete vedere i villaggi di Derviçan, Goranxi e Sofratika, situati sul pendio della montagna come Argirocastro. Derviçan è a un chilometro di distanza dalla strada nazionale. Una chiesa del XVIII° secolo, quella di Sant’Anna, recentemente restaurata, è la chiesa principale del paese. Utilizzata come magazzino ai tempi del comunismo, sovrasta da un altopiano il villaggio odierno, lo stesso altopiano che era la antica posizione del villaggio nel XV° secolo. La Chiesa della Fonte Vivificatrice, non lontano da quella di Sant’Anna, è stata costruito nello stesso periodo. Un altro luogo di grande interesse architettonico è la casa del XVII° secolo appartenuta a Zahar Sterjo, costruita interamente in pietra con una tecnica speciale, caratterizzata da strati sovrapposti senza l’uso di malta. Questo stile è legato alle abitazioni fortificate di Argirocastro.

manasteri i shen merise goranxiDue chilometri più a sud si trova il villaggio di Goranxi. La chiesa principale è quella della Santa Vergine di Ravenja, edificio risalente al 1600. La vedete nella foto. Vale la pena visitare anche la gola di Goranxi, a nord del villaggio, che taglia le montagne come una lama. Una piccola chiesa affrescata risalente al periodo tardo-bizantino è arroccata su di una collina all’ingresso della gola. Inoltre, sul lato nord, c’è uno dei più notevoli siti archeologici preistorici della regione. Alcuni ripari in pietra scavati nelle pareti laterali della gola furono utilizzati per la produzione di oggetti in pietra focaia nei periodi del tardo Paleolitico e nel Mesolitico (circa 25.000-7000 a.C.). Sono state scoperte molte migliaia di piccole schegge di pietra focaia e alcune cave di pietra con evidenti tagli nel “muro” a nord della gola, lì dove la pietra focaia veniva presa. Tra queste rovine dell’antica industria di massa si può vedere un certo numero di case in pietra di epoca ellenistica e romanica.

scavi archeologici sofratikaUn altro villaggio vicino alla strada statale è quello di Sofratika. Il villaggio è parzialmente costruito sulla necropoli romana dell’antica città di Adrianopoli, voluta dall’imperatore Adriano nel II° secolo d.C., forse con l’intenzione di riunire le comunità sparse della valle, le quali non avevano più un centro di riferimento dai tempi della distruzione della città di Antigone 400 anni prima. Si ritiene che Adrianopoli fosse stata abitata fino al VI° secolo d.C. Per andare nel centro della città, nell’unica parte visibile delle sue rovine, uscite dalla strada principale che porta a Sofratika e prendete subito la strada parallela a quella principale. Dopo 200-300 metri a sinistra, c’è un piccolo tunnel che passando sotto la strada statale vi conduce a est, verso il bassopiano del fiume Drino. Dalla svolta della strada verso il villaggio, tutte le strade sono percorribili anche a piedi in 10 minuti. Le rovine dell’antica città si possono facilmente trovare seguendo il tracciato costituto da una serie di querce solitarie. Salta subito all’occhio un anfiteatro in stile romanico, luogo per spettatori e orchestra, ben conservato. Nelle vicinanze si trovano gli scavi delle case e altri edifici.

Proseguendo verso sud si arriva al villaggio di Jergucat, in prossimità dell’incrocio con la strada che porta a Saranda. Poco prima del gomito della strada, si trova la Chiesa di San Cosma. Sul lato est della strada statale, prima di svoltare verso Saranda, ci sono le rovine di una grande tomba monumentale del 3 ° secolo a.C., che è stata scoperta di recente durante la costruzione della statale stessa. La camera principale della tomba, così come la scalinata all’ingresso, sono sopravvissute alla distruzione. Le porte, scolpite in un’unica lastra di pietra, sono sopravvissute solo in pezzi frammentati. Tutta la tomba doveva essere stata coperta da un cumulo di terra. Per andare al villaggio di Zervat, che ha una chiesa del X° secolo dedicata alla Vergine Maria, si deve proseguire ancora per qualche chilometro sulla strada principale.

Un monastero del XVI° secolo trovato nel villaggio di Dhuvjan, di nuovo lungo la strada per Kakavijë, è una bella attrazione per i visitatori. Vicino al confine, nella Bassa Peshkëpina, si trova la Chiesa di Panaja, un centro del Vescovo di Drinopull del X° secolo. Circondata da un alto muro di cipressi, è una delle più antiche e delle più interessanti chiese della zona.
Più a sud, prima di arrivare a Kakavija, c’è una strada laterale che conduce al villaggio di Sotira, dove abita la minoranza greca, forse il punto meridionale più remoto del territorio albanese. Da qui le montagne del confine si possono vedere attraverso i vecchi alberi di quercia e platani. Un monastero del XIII° secolo si trova nel centro del paese.

Fonte: http://www.gjirokastra.org/albanian/index.html

 

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